È terminata da pochi giorni la stagione regolare della mitica NBA, il campionato di basket più prestigioso, con più appeal e più visto dell’intero globo terracqueo. Più di mille partite, per l’esattezza 1230, utili per stabilire la griglia di playoff e play-in, ai quali partecipano ben 20 delle 30 squadre in lizza. Tra le 10 costrette a guardare la post-season dal divano di casa anche squadre molto accreditate all’inizio della stagione, ma vere e proprie delusioni della “regular”.
Ogni riferimento ai Philadelphia 67ers ed ai Phoenix Suns non è puramente casuale. Phila, a dire il vero, è stata davvero colpita dalla sfortuna, con elementi che hanno colpito le stelle della squadra, con particolare riferimento alla star più star di tutti, l’MVP 2023, Joel Embiid. Se aggiungiamo le prestazioni deludenti di Paul George ecco il disastro completo. Come disastroso è stato il cammino dei Phoenix Suns, nonostante la presenza nel roster della superstar Kevin Durant, peraltro vicino ai saluti ai “Soli” dell’Arizona.
Certo, se parliamo di disastri non possiamo certo non citare quello, gigantesco, fatto dai Dallas Mavs, lo scorso anno arrivati fino alla finale per l’anello. In Texas il front office ha pensato bene di portare a termine l’operazione scellerata della cessione di Doncic, andato a rinvigorire il pallido colorito dei Los Angeles Lakers, con il suo arrivo tornati ad essere una delle contender per il titolo.
Detto dei disastri, ed una parola la merita anche l’incredibile licenziamento di coach Malone a Denver, ecco le liete novelle di stagione, il percorso a est dei Cleveland Cavaliers ed a ovest degli Oklahoma Thunder, pick numero uno delle due conference, rispettivamente con 64 e 68 vittorie. I Cavs hanno vinto 16 partite in più dello scorso anno, grazie ad un coach come Atkinson ed al super torneo di Donovan Mitchell.
Occhio, ai playoff possono stupire anche se ad Est bisogna sempre tener di conto dei campioni uscenti di Boston (62-51), comunque depositari del secondo miglior record della propria Conference, la Eastern, nella quale c’è da citare la conferma di Indiana (50-32) e la bella stagione, ancorché con qualche sconfitta di troppo con le big, dei New York Knicks (51-31).
Ad Ovest, invece, da oscar la stagione regolare dei Thunder, che hanno chiuso con il miglior record della Lega, fatto di 68 vinte e 14 perse, con 11 vittorie in più dello scorso anno. Presi per mano dalla splendida stagione di Gilgeous Alexander, i ragazzi di Mark Daigneault sono attesi all’ultimo step, che li possa portare fino a giocarsi il titolo nelle “Finals” traguardo solo sfiorato nella scorsa edizione, quando OKL venne eliminata da Dallas. In una Conference super attrezzata come la Western, non mancano le alternative di assoluto livello, a partire dai Los Angeles Lakers (50-32), rivitalizzati dallo scambio del secolo, quello che ha portato ad Hollywood il talento sopraffino di Luka Doncic, in questo momento l’all around più forte del mondo. I Lakers partono ad ovest con il terzo pick, ma l’eventualità di una finale, l’ennesima, con i Boston Celtics, che mediaticamente farebbe tanto bene all’intero movimento, non è certo da sottovalutare.
Senza per questo trascurare gli Houston Rockets (52-30), altra franchigia in gran crescendo di rendimento, o i Denver Nuggets (50-32), che hanno nel roster quel fenomeno che è Nikola Jokic, protagonista dell’ennesima stagione da incorniciare. C’è poi la tentazione di puntare sui Golden State Warriors (48-34), vero che la truppa di Steve Kerr deve partire dal Play-In, altrettanto che da quando è arrivato Jimmy Butler, da Miami, ha cambiato marcia, diventando la prima outsider a Ovest, del resto quando nel roster hai uno come Steph Curry ogni traguardo è precluso.
In definitiva, armatevi di un bel thermos di caffè bollente, i motivi per passare notti insonni ad ammirare i campionissimi d’oltre oceano ci sono tutti.