Era nell’aria, adesso è ufficiale, i Boston Celtics sono i nuovi campioni NBA; un verdetto certificato nella notte italiana tra lunedì e martedì. La compagine di coach Mazzella – a 35 anni diventato il coach più giovane a vincere il titolo dai tempi di Bill Russell – infatti, ha fatto agevolmente sua Gara-5, chiudendo la serie contro i sorprendenti Dallas Mavericks, arrivati all’epilogo del torneo grazie alle prodezze di Doncic ed Irving, tra l’altro grande ex di turno.

Per Boston si tratta del titolo numero 18, il che fa diventare i verdi del Massachusetts la franchigia con più anelli conquistati, staccando l’altra franchigia icona dell’NBA, i Los Angeles Lakers, fermi a 17.

Il titolo arriva al termine di una partita agevolmente condotta da Tatum e compagni, avanti di 10 già al termine della prima frazione, sul 28-18. È stato l’inizio di una cavalcata trionfale, che ha mandato in visibilio i tifosi dei “Celtici”, tornati al titolo di Campioni del Mondo – così la NBA enfatizza i vincitori del titolo – dopo 16 anni di astinenza. L’ultimo titolo di Boston, infatti, risaliva all’ormai lontano 2008.

Tanto per raccontare l’indiscussa supremazia di Boston in gara-5, basta dire che i “Mavs” non sono mai riusciti a mettere il naso avanti, dando l’impressione di una netta inferiorità, al di là della solita prova di Doncic, autore di 28 punti, ma molti a partita ormai decisa, con il gustoso contorno di 12 rimbalzi. Una superiorità, quella di Boston, evidenziata dai 21 punti di vantaggio a metà partita, suggellati da una incredibile tripla da metà campo sulla sirena di Payton Pritchard, la sua seconda dopo quella infilata in gara-2.

Curiosamente, quello rimarrà l’unico canestro di PP in tutta la partita.

Nel secondo tempo il refrain del match non è cambiato, con Boston sempre avanti e Dallas ormai rassegnata al ruolo di comparsa. Alla fine, il tabellone del TD Garden dice 106-88 per la compagine di Mazzella, un risultato che fa esultare i tifosi dei “Celtics”, ed ancor più Jaylen Brown, nominato MVP delle Finals, riconoscimento meritato per il gran lavoro fatto sulla superstar avversaria, Luka Doncic, al di là dell’ultima partita del barbuto numero 7 nella quale ha sparato a salve, con un rivedibile 7/23 al tiro, mettendo comunque insieme 21 punti, 8 rimbalzi e 6 assist.

Grande protagonista della serie, ed ancor più della partita conclusiva, è stato pure Jayson Tatum, autore di 31 punti, ai quali JT aggiunge 8 rimbalzi ed 11 assist. Da mettere in risalto anche la prova di Derrick White, autore di 14 punti, con 4/8 da oltre l’altro, 8 rimbalzi ed un dente. Un dente, direte voi? Già perché il fighter di Boston lascia sul parquet un pezzo di incisivo sbattendo a terra in una lotta per conquistare una palla vagante.

Due parole, in casa Celtics, le merita anche il veterano Al Horford; dopo aver giocato 186 partite di post season nella sua lunga carriera, riesce finalmente ad indossare il mitico anello, a 38 anni suonati, in una sorta di personale “Last Dance” che lo porta a coronare con un titolo una carriera superba, in un confronto da 9 punti ed altrettanti rimbalzi, corredati da tanta, tanta energia.

E Dallas? I texani danno l’impressione di essere arrivati alla serie finale con la spia del carburante accesa, con meno energia, ed anche meno esperienza, che a questi livelli conta eccome, dei Celtics, e probabilmente con un roster non adeguato alla finalissima. Vero che Doncic, soprattutto, e Kyrie Irving sono due califfi di valore assoluto, altrettanto che per sperare di conquistare, in un prossimo futuro, un titolo NBA la franchigia del Texas deve assolutamente migliorare il proprio “supporting cast”.

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