Nell’emergenza dell’infortunio di Bendzius, la Dinamo tira fuori il colpo dal cilindro e firma ufficialmente con un contratto garantito fino al termine della stagione Alfonzo McKinnie, swingman classe 1992, 203 cm per 101 kg, grande atleta che ha vissuto le ultime stagioni tra NBA e G-League. Il massimo possibile al 21 settembre, il massimo considerate le caratteristiche di questo giocatore.

Quella di McKinnie è una storia pazzesca, uscito dall’università di Green Bay nel Wisconsin, terra dei Diener, aveva pochissimo mercato, due infortuni al menisco, cifre così così, niente scelta al draft 2015 e una carriera in salita.

Fu costretto ad iniziare la sua scalata dalla serie A2 lussemburghese per cercare di provare ad avere un futuro da pro. Il primo step è stato quello di firmare in Messico ad Hermosillo grazie ad un vecchio amico e di riuscire a portare la squadra a vincere la regular season e di arrivare in finale playoff.

Nel settembre 2016 pagò 150 dollari per fare un provino con la squadra di sviluppo dei Chicago Bulls, l’attuale G-League. È riuscito a conquistare un posto nella NBA prima con i Bulls poi con Toronto facendo la spola, prima del grande colpo del 2018, il punto più alto in carriera.

La chiamata di Golden State, una preseason pazzesca, un posto in quintetto, le parole di Curry e la grande fiducia in lui da parte di Steve Kerr fino a giocare 72 partite con i Warriors sconfitti in finale playoff 4-2 dai Raptors. Poi Cleveland, Lakers, Bulls con parentesi nel campionato messicano.

Grande atleta giocatore polivalente, è uno swingman che può coprire 3 ruoli, dal 2 per giocare con taglia e un quintetto molto alto al 4. È un’ala da campo aperto che conosce il gioco e che si prende responsabilità anche in momenti chiave del match, professionista esemplare nelle sue precedenti esperienze. È un collante pazzesco e può dare a Bucchi più opzioni in un roster che deve ritornare al completo viste le assenze di Tyree e Charalampopoulos.

 

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